
La strage di Piazza Fontana aveva un copione già scritto per portare il Paese verso una svolta autoritaria, accusando gli anarchici dell’attentato con lo scopo di screditare le lotte di lavoratori e studenti, che in quegli anni si battevano per la conquista dei loro diritti.
Fin da subito, per molti, era evidente la mano fascista e la regia dello Stato, con la collaborazione di militari e servizi segreti, così come veniva illustrato nei documenti redatti nel convegno dell’Istituto Pollio nel 1965.
Alcune figure “istituzionali” che conducevano le indagini della strage, erano in continuità con il fascismo, a partire dal questore Marcello Guida che durante il regime era direttore del carcere di Ventotene dove venne recluso Sandro Pertini e altri dirigenti partigiani.
Fu chiaro fin dall’inizio che la morte di Giuseppe Pinelli non fu un incidente, ma un atto criminale compiuto dallo Stato.
Giovedì 15 dicembre dalle ore 18,00 presidio artistico in Piazza Fontana per ricordare Giuseppe Pinelli e tutti coloro che furono incarcerati innocenti